Marinucci spiega riforma acqua in Abruzzo: meno consorzi, più efficienza

Marinucci spiega riforma acqua in Abruzzo: meno consorzi, più efficienza

Il consigliere regionale illustra la proposta di legge Sospiri-Scoccia sul servizio idrico integrato, spiegando costi, benefici e prospettive per i cittadini abruzzesi.


La proposta di legge sul ciclo idrico integrato in Abruzzo, presentata dai consiglieri Lorenzo Sospiri e Marianna Scoccia, è al centro del dibattito politico regionale. In Commissione, Luciano Marinucci, presidente del gruppo consiliare “Marsilio Presidente”, ha illustrato le motivazioni e i contenuti della riforma, sottolineando la necessità di una gestione più efficiente, trasparente e sostenibile.

«Cinque dei sei gestori attuali hanno contratti in scadenza nel 2026 e il sesto nel 2030» ha spiegato Marinucci, evidenziando come questo sia il momento giusto per intervenire. «Se non si coglie questa occasione, le cose rimarranno come sono, perpetuando criticità già note».

Secondo il consigliere, la riforma mira a «snellire la gestione, ridurre i consorzi e garantire che l’acqua che arriva ai rubinetti sia sempre potabile e sicura». Ha ricordato che l’acqua è un bene pubblico, e che i costi pagati dagli utenti derivano soprattutto dalle infrastrutture necessarie alla distribuzione e depurazione. «Un litro d’acqua costa pochissimo: mezzo litro in bottiglia 50 centesimi, mentre mille litri dal rubinetto appena 0,75 centesimi».

Marinucci ha anche evidenziato la qualità delle acque abruzzesi, «tra le migliori d’Italia, oligominerali e leggere», ma ha rimarcato che il problema risiede nelle reti: «Per decenni i consorzi hanno dovuto trascinarsi dietro carrozzoni che hanno frenato gli investimenti». Oggi, grazie ai fondi del PNRR, si stanno installando limitatori di pressione e avviando interventi per ridurre le perdite, spesso causate da tubature obsolete.

Il consigliere ha chiarito che la riforma prevede anche la riduzione del numero dei gestori, «per abbassare i costi e garantire tariffe più eque». Un processo simile a quello che avverrà per il settore dei rifiuti, dove la legge nazionale stabilisce l’obbligo di un unico gestore. «Non è accettabile che una risorsa che in natura costa zero finisca per gravare sui cittadini con spese ingiustificate» ha aggiunto.

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